Cancellazione dei dati personali

Secondo quanto imposto in modo chiaro e perentorio dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), l’utente ha il diritto di chiedere la cancellazione dei dati personali a un sito web se sussistono determinate condizioni.  

 

Diritto alla cancellazione: cosa dice la legge

I limiti e le tutele garantiti dal diritto alla cancellazione sono specificati dall’Articolo 17 del GDPR. Tale sezione del regolamento definisce le condizioni secondo le quali “L’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha l’obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali”. Ovvero:

 

  • I dati raccolti non sono più utili alle finalità per le quali erano stati raccolti
  • Se non esiste alcun motivo che giustifichi il trattamento e l’interessato revoca il consenso
  • Se non esiste alcun motivo che giustifichi il trattamento e l’interessato si oppone al consenso
  • I dati sono stati trattati in modo illecito e/o con finalità diverse da quelle dichiarate
  • In caso di obbligo di adempimento a obblighi legali previsti dalle leggi comunitarie o dello Stato in cui opera il soggetto titolare dei dati personali

 

Cancellazione o elaborazione dei dati

Nel caso in cui sussista una o diverse tra le condizioni sopra elencate, il titolare deve provvedere alla cancellazione dai dati. Tuttavia, esistono casi in cui quest’ultimo può continuare a elaborare i dati in proprio possesso, ovvero quando i dati sono ritenuti necessari per:

 

  • Esercitare il diritto alla libertà di espressione e stampa
  • Eseguire un compito di pubblico interesse o nell’esercizio di pubblici poteri di cui è in possesso il titolare dei dati
  • Motivi di interesse relativi alla sanità pubblica
  • Archiviare i dati al fine di perseguire finalità di pubblico interesse
  • Accertamento, esercizio o difesa di un diritto in sede giudiziaria

Cancellazione o elaborazione dei dati

 

Per effettuare la richiesta di cancellazione, il richiedente può agire attraverso due canali:

a) Tramite moduli appositi, se resi disponibili sul sito dal titolare del trattamento
b) Tramite PEC/Mail

Il titolare del trattamento è tenuto a fornire una risposta senza ingiustificato ritardo e, in ogni caso, entro un mese dalla ricezione della richiesta. I termini possono essere allungati di due mesi nel caso in cui il titolare sia chiamato a far fronte a un alto numero di richieste o nel caso in cui le richieste da valutare siano complesse dal punto di vista dell’analisi e procedurale. 

Nel caso in cui le richieste siano giudicate infondate o eccessive, il titolare del trattamento può agire in due modi:

 1) Addebitare al richiedente un contributo spese proporzionale ai costi amministrativi sostenuti per fornire le informazioni e/o la comunicazione forniti durante l’iter;

 b) Rigettare la richiesta di cancellazione. In questo caso, però, il titolare del trattamento dovrà essere in grado di dimostrare l’infondatezza della richiesta.

 

Inoltre, ad esclusione dei casi previsti dall’articolo 11 del GDPR, nel caso in cui il titolare nutra dei dubbi relativi alla reale identità del richiedente, egli può richiedere informazioni aggiuntive utili al suo riconoscimento, come previsto dagli articoli da 15 a 21 del GDPR.

Il richiedente ha il diritto di ottenere in modalità gratuita le informazioni (fornite ai sensi degli articoli 13 e 14 del GDPR) e le eventuali comunicazioni e/o azioni (effettuate ai sensi degli articoli da 15 a 22 e dell’articolo 34 del GDPR) riguardanti l’iter di cancellazione.

 

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